
Cosa significa solvibilità e come può influire su di essa
Che cos’è la solvibilità?
La solvibilità misura la capacità di un consumatore di adempiere ai propri obblighi finanziari. Viene esaminata prima della stipula di contratti, dell’approvazione di prestiti o durante gli acquisti online, per valutare il rischio di insolvenza. Per effettuare tale valutazione, i dati vengono raccolti e registrati.
Come è regolata per legge la gestione dei dati sulla solvibilità?
- La norma principale per il trattamento dei dati personali è la tutela della privacy, sancita dall’art. 13 della Costituzione federale svizzera.
- La raccolta e la conservazione dei dati personali, inclusi quelli relativi alla solvibilità, sono disciplinate dalla Legge federale svizzera sulla protezione dei dati (LPD).
- Un’importante modifica introdotta dalla revisione della LPD, entrata in vigore nel 2020 e pienamente applicabile da settembre 2023, ha rafforzato i requisiti di trasparenza: le informazioni raccolte, le finalità della raccolta, il loro utilizzo e l’eventuale trasferimento a terzi devono essere chiaramente specificati.
- L’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) supervisiona il rispetto delle norme federali sulla protezione dei dati. In tale veste, controlla periodicamente la legittimità della raccolta dati da parte delle agenzie di informazione creditizia. Pur non avendo l’autorità di impartire ordini, può effettuare verifiche e proporre raccomandazioni per migliorare le norme o il trattamento dei dati.
Chi valuta e registra i dati sulla solvibilità?
I principali enti che gestiscono i dati sulla solvibilità sono le cosiddette agenzie di informazione creditizia. Queste combinano informazioni tratte da fonti pubbliche, come il Foglio Ufficiale Svizzero di Commercio o il Registro delle Imprese, per delineare i rapporti commerciali. Non tutte le fonti sono limitate alla Svizzera: ad esempio, i dati relativi al riciclaggio di denaro o a sanzioni connesse sono verificati anche tramite fonti internazionali.
Per la maggior parte delle persone, tuttavia, risultano più rilevanti le informazioni sull’esperienza di pagamento, fornite da aziende che collaborano con queste agenzie. Tali aziende consultano i dati dei clienti in presenza di un interesse legittimo e, in cambio, arricchiscono i profili di solvibilità con le proprie informazioni.
Le aziende che desiderano accedere a questi dati non devono necessariamente avere sede in Svizzera – ordinare merci all’estero è ormai una prassi comune. Se Lei acquista su fattura da un negozio online tedesco, è probabile che l’azienda utilizzi i dati sulla solvibilità per decidere se concederLe l’acquisto a credito. Tuttavia, l’accesso è consentito solo alle aziende dello Spazio europeo della protezione dei dati, che, al pari di quelle svizzere, devono rispettare la Legge svizzera sulla protezione dei dati.
Le quattro principali agenzie di informazione creditizia svizzere che registrano (anche) dati su privati sono:
Così come le aziende europee possono accedere a questi dati, le aziende svizzere consultano banche dati europee quando necessario, purché sussista un interesse legittimo. Ad esempio, per i prestiti, i dati della Schufa tedesca possono essere richiesti se i dati svizzeri sulla solvibilità del mutuatario sono insufficienti per una valutazione del rischio. È utile sapere che la ZEK (Centrale per le informazioni di credito) svolge un ruolo chiave nella verifica della solvibilità per la concessione di prestiti.
Per approfondire l’argomento:
Chi consulta i dati sulla solvibilità?
I privati non possono accedere ai dati sulla solvibilità di terzi. Per consultare tali dati, è necessario un accordo contrattuale con un’agenzia di informazione creditizia.
Le aziende che richiedono questi dati devono rispettare la normativa sulla protezione dei dati e dimostrare un interesse legittimo per ogni richiesta.
Tale interesse si basa sul consenso del cliente, espresso ad esempio tramite un ordine, un’offerta contrattuale o la compilazione di un modulo.
In sintesi, qualsiasi azienda che instauri un rapporto contrattuale con un cliente, assumendosi un rischio finanziario, può avere motivo di verificarne la solvibilità.
Questo avviene frequentemente nella vita quotidiana, ad esempio:
- Con gli acquisti su fattura, soprattutto nell’e-commerce
- Nell’affitto di un appartamento
- Con carte cliente che includono opzioni di pagamento
- In alcuni casi, candidandosi per ruoli che comportano la gestione di dati finanziari sensibili o fondi di clienti
- Al momento di sottoscrivere un abbonamento di telefonia mobile
- Quando si stipula un’assicurazione
- E, ovviamente, nella richiesta di mutui, leasing o prestiti
Il consenso per consultare i dati sulla solvibilità è generalmente acquisito tramite le condizioni generali di contratto.
Come può verificare la Sua solvibilità
In base alla Legge sulla protezione dei dati, Lei ha il diritto di ottenere gratuitamente un’autocertificazione dei dati che La riguardano, inclusi quelli sulla solvibilità registrati dalle agenzie di informazione creditizia, una volta all’anno.
È importante notare che l’interpretazione di questi dati compete all’azienda che li consulta, e la loro valutazione varia a seconda dell’utilizzo previsto.
Controllare i propri dati è comunque consigliabile, poiché influiscono sulla vita quotidiana e sulla conclusione di contratti. Sebbene l’IFPDT supervisioni e le agenzie aggiornino continuamente i dati, solo una verifica diretta garantisce che le informazioni associate a Lei siano corrette.
Può richiedere l’autocertificazione direttamente alle seguenti agenzie:
- Autocertificazione Privati CRIF
- Autocertificazione Privati Intrum AG
- Autocertificazione Privati Dun & Bradstreet
- Autocertificazione Privati Creditreform
Se, dopo aver esaminato i Suoi dati sulla solvibilità, rileva errori, può richiederne per iscritto la correzione o la cancellazione, fornendo le prove necessarie.
In alternativa, se la mancanza di un profilo di solvibilità La penalizza, può registrarsi autonomamente presso tali agenzie.
Cosa influisce sulla solvibilità?
Le informazioni sui pagamenti rappresentano l’indicatore principale per valutare la solvibilità dei privati.
Queste comprendono:
- Esperienze di pagamento con aziende, ad esempio nell’e-commerce (sia positive che negative
- Solleciti di pagamento
- Esecuzioni giudiziarie
- Procedure di recupero crediti
- Certificati di perdita beni
- Fallimenti
Inoltre, tali informazioni includono dettagli come la data, l’importo e lo stato (pagato, aperto o insoluto).
Per associare questi dati a una persona in modo affidabile, vengono collegati a informazioni identificative, generalmente nome, cognome, data di nascita e luogo di residenza, se disponibili.
Punteggio di credito
Sulla base dei dati registrati, le agenzie di informazione creditizia calcolano un cosiddetto «credit score» o punteggio di credito, utilizzando ciascuna una scala proprietaria.
Come già indicato, la valutazione dei dati sulla solvibilità varia a seconda delle aziende.
Nel contesto dei prestiti, si considerano soprattutto i debiti insoluti e le esperienze di pagamento negative rilevate dalle agenzie. Alcuni istituti di credito tengono conto del punteggio per decidere se concedere un prestito o per determinarne il tasso d’interesse.
La valutazione del «credit score» dipende quindi dall’istituto di credito. Nella concessione di un prestito, si integrano anche dati sulla solvibilità da altre fonti, in particolare dalla ZEK e dall’IKO.
Conclusione: che cos’è una buona solvibilità?
La Sua solvibilità riflette le Sue esperienze di pagamento pregresse e alcune caratteristiche demografiche. In termini semplici, più frequenti e gravi sono le esperienze di pagamento negative registrate, maggiore è l’impatto sulla Sua solvibilità.
Ad esempio, solleciti isolati, purché saldati successivamente, non comportano necessariamente una solvibilità negativa. È altrettanto rilevante considerare il tempo trascorso da tali eventi.
Le agenzie di informazione creditizia, che forniscono i dati sulla solvibilità, adottano scale e punteggi differenti. Inoltre, l’interpretazione di questi dati è di competenza dei partner contrattuali, non delle agenzie.
Definire cosa costituisca una buona solvibilità dipende quindi in larga misura dalle circostanze, dall’obiettivo e dall’azienda con cui Lei intende concludere un contratto, rendendo impossibile una risposta univoca.
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